Al giorno d’oggi nei corsi di arti marziali si parla spesso di autodifesa. Posso dire per esperienza che la maggior parte dei corsi di arti marziali non preparano efficacemente (e alcuni neanche lontanamente) i propri praticanti ad affrontare un’aggressione seria in un ambiente reale come quello della strada. I motivi sono diversi, eccone alcuni tra i principali:
-
Non vengono quasi mai trattati gli aspetti di prevenzione, che a mio parere è la più efficace difesa personale.
-
Vengono mostrate tante tecniche che però vengono praticate nel tranquillo ambiente della palestra con i compagni che cooperano, mentre un’aggressione in strada è completamente diversa, a partire dall’effetto sorpresa e dallo stress di situazioni pericolose. L’aggredito può spesso arrivare al punto di non ricordare più niente di ciò che ha imparato in palestra e di rimanere quindi bloccato sia per la paura e sia per l’incapacità di gestire gli effetti dell’adrenalina.
- Molte delle tecniche insegnate sono anti-economiche, composte da numerosi movimenti che mai funzioneranno nella situazione reale di un’aggressione in strada. Per esempio le tecniche di difesa contro attacchi di coltello sono per la maggior parte inutilizzabili per il comune cittadino e spesso anche per il maestro che le insegna (dico questo con cognizione di causa perché sono stato addestrato con l’utilizzo di lame affilate vere e, credetemi, è molto diverso dall’allenamento con il coltello di gomma o di legno).
C’è da tenere in considerazione che anche emotivamente la realtà è decisamente differente dall’addestramento in palestra e gli attacchi che vengono simulati non sono esattamente così nella realtà, per esempio: quando una persona affonda un attacco di coltello non sempre telefona il movimento e quasi mai dà un singolo colpo in avanti, ma è più facile che dia più affondi ripetuti con il risultato che, cercando di parare i colpi con le braccia, queste ultime subiscano numerosissimi tagli. Provate ad usare dei coltelli di gomma da allenamento con il filo della lama colorato ad esempio con del rossetto o altro colorante e simulate un attacco con un vostro compagno di allenamento, lui proverà a bloccare i vostri colpi non pianificati prima, alla fine verificate i segni del colorante sulle braccia o sul corpo del vostro compagno, essi vi indicheranno quanti tagli avrebbe potuto ricevere. Ho persino visto in una dimostrazione di difesa personale, un istruttore riprendere il proprio allievo perché portava attacchi di coltello non lineari e scomposti, quindi il maestro non riusciva a dimostrare la tecnica. Chi insegna queste cose ha una grande responsabilità verso i propri studenti.
-
Spesso nei corsi di autodifesa, mancano gli esercizi sotto stress indotto, atti a ricreare in palestra, tensioni, difficoltà e stress tipici nelle situazioni di uno scontro reale. Andrebbero affrontati anche e sopratutto gli aspetti emotivi e mentali del praticante uniti ad esercizi di respirazione e simili per mantenere la calma e rimanere lucidi in tali situazioni, senza lasciarsi prendere dal panico.
-
Infine, non viene trattato l’aspetto legale, cioè: “Cosa dice la legge riguardo la legittima difesa?” Tutti debbono essere informati correttamente riguardo questo importante aspetto, basta poco per passare dalla parte del torto: il mio consiglio è quello di informarsi.
La difesa personale è una cosa seria, siate realisti. Il Jeet Kune Do è un sistema di difesa efficace: esso non è nato per il ring, per lo sport, ma per il combattimento reale, ed è per questo motivo che è un’arte economica, diretta, e semplice, perché possa funzionare in uno scontro vero.
Quando ci troviamo ad affrontare una situazione di alto stress, come quello di un’aggressione, dove non si ha il tempo per ragionare e tutto avviene rapidamente, ciò che funziona sono gli automatismi e per far sì che la tecnica esca spontanea è necessario sottoporsi a lunghi periodi di allenamento: le numerose ripetizioni dei colpi e delle tecniche sono necessarie affinchè escano spontaneamente nel momento del bisogno.
E’ necessario addestrarsi in maniera realistica, variando sempre situazioni, tipologie e intensità degli esercizi.
Per chi è interessato alla difesa personale reale, consiglio di trovare una buona scuola con un valido e qualificato istruttore e verificare che nei corsi vengano tenuti in considerazioni almeno i 5 punti sopra elencati.
Sifu Enrico Abbruciati
(Testo estratto dal libro: Jeet Kune Do- Aspetti fondamentali dell’arte marziale di Bruce Lee Seconda edizione ampliata)